Politica e scuola

 Quando penso al fatto che tra poco compirò diciott'anni mi rendo conto che da allora quando ci sarà l'occasione dovrò votare, e dico dovrò perché è un dovere, che mi interessi o meno l'argomento sono chiamato a prendere una posizione, e non voglio che si fondi su simpatie o prime impressioni ma sia ragionata. Bene allora, ma sulla base di cosa? Non esiste un posto che mi informi a riguardo, cioè mi dia le conoscenze sufficienti per poter operare una scelta una volta entrato in cabina, per porre una croce con coscienza dei progetti del partito che scelgo. 

Cerco dunque una risposta: in famiglia? Non hanno le conoscenze adatte a fornirmi una visuale soddisfacente del panorama politico odierno. Tra amici? Condividono la mia stessa domanda, non è il posto in cui, semmai con cui cercare una risposta. Resta un luogo, la scuola. E allora mi chiedo 'la scuola può essere questo luogo?'. Avendo l'obiettivo di formarmi come persona e come cittadino consapevole, la scuola può darmi le informazioni necessarie per poter compiere una scelta politica? Perché giustamente inculcare in testa a qualcuno un'idea è sbagliato e quel che ci viene insegnato è uno spirito critico, in grado di analizzare una situazione, operare distinzioni e quindi scegliere, ma sulla base di quali conoscenze? 

Ho l'impressione che la scuola anni fa si sia trovata a mettere sul piatto della bilancia due potenziali rischi: da una parte che al suo interno si facesse propaganda e dall'altra che gli studenti si trovassero completamente disinformati riguardo la scelta politica. E ha scelto il secondo. Ora non sono qui a dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, semplicemente analizzo la situazione e mi rendo conto che non mi soddisfa, lascia aperto un bisogno e mi spinge a chiedermi se si possa fare qualcosa di concreto. Perché se questa constatazione fosse sterile, non portasse a un'azione, allora non sarebbe solo inutile ma significherebbe rinunciare ad affrontare un problema che è mio e non di altri. Per questo non mi aspetto che la scuola si muova per risolverlo, perché tocca a me, è una mia domanda. 

Allora cosa posso proporre io se questo tema mi sta a cuore? Come posso affrontare il discorso e chiedere aiuto? Parlandone con alcune mie amiche e amici abbiamo deciso di proporre l'argomento ai nostri compagni e di dibatterne in un'assemblea di classe per estendere la domanda a un raggio di persone più ampio. Subito la proposta è stata accolta con interesse e, stranamente, abbiamo chiesto e ottenuto l'ora in poco tempo. Quello che è emerso è l'idea di rivolgersi a figure competenti, quindi usare la scuola come luogo e tramite per fare sì che gli incontri siano realizzati al meglio. Le proposte avanzate sono diverse: per prima assistere ad un incontro informativo in cui esponenti di più partiti possibili, non solo dei maggiori poiché altrimenti costituirebbe di per sé un indirizzamento, espongano i loro progetti riguardo ad argomenti scelti da noi, come la politica scolastica o, che so, l'immigrazione, le politiche culturali o l'economia; oppure di assistere ad un dibattito sempre tra questi esponenti, o ancora aggiungerlo all'incontro informativo.

L'intento comune a queste proposte è di fornirci le basi per poi poterne discuterne tra noi ragazzi, in sede scolastica o extrascolastica, proponendo assemblee di istituto o devolvendo alle singole classi o ancora semplicemente dando un poco di conoscenze per poterne discutere tra amici con maggiore consapevolezza.

Ecco, questo è quanto emerso dal nostro primo confronto ma confido nel fatto che essendo in più di mille a scuola ci siano altre proposte che non sono state ancora avanzate. E questo articolo è qui proprio per incentivare queste proposte. Dunque, se la mia classe non è l'unica interessata a questo argomento, è ora di iniziare ad affrontare certe questioni e rimboccarsi le maniche per il nostro futuro.

Lorenzo Casadei

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